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Il sistema è un prodotto innovativo sviluppato dal gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Paolo Massobrio.        
Il ricorso a modelli sperimentali semplificati in vitro consente di investigare in maniera più controllabile ed osservabile le modalità con cui reti neuronali generano ritmi di attivazione peculiari, codificano stimoli esterni o rispondono a farmaci. 
L'obiettivo è duale: da un lato si vogliono sviluppare nuovi modelli biologici (anche basati su cellule di paziente) che possono essere usati come bersaglio per nuove terapie sia elettroceutiche che farmacologiche. Dall'altro si vuole sviluppare un digital twin artificiale in grado di interagire (anche bi-direzionalmente) con un cervello biologico al fine di sopperire ad eventuali danni focali.

 

Obiettivo

Sviluppo di sistemi ingegnerizzati composti da cellule elettrogeniche biologiche interfacciate a micro-trasduttori, che possono vivere, crescere, interagire ed essere manipolate, sia in modalità open-loop che closed-loop, grazie ad una eventuale controparte digitale.

  • sviluppo di sistemi in vitro (i.e. 'biological twin') basati su cellule di tipo neuronale provenienti da diverse regioni cerebrali tra di loro interconnesse (interconnected-brain regions on-a-chip).

  • Sviluppo di reti di neuroni tri-dimensionali eterogenee, in cui neuroni provenienti da diverse regioni cerebrali sono interconnessi tri-dimensionalmente

  • Utilizzo di sistemi per l'acquisizione di segnali elettrofisiologici tramite Matrici di Microelettrodi a bassa e alta densità

  • Sviluppo di protocolli basati su stimolazione elettrica di biological twin (sia di tipo neuronale)

  • Definizione di possibili target farmacologici a partire da biological twin di specifiche patologie (es. malattia di Parkinson)

  • Sviluppo di algoritmi per l'analisi e interpretazione di dati sperimentali

  • Sviluppo di modelli computazionali per la comprensione di meccanismi biologici “non osservabili” quali la connettività delle reti.

Vantaggi

L’obiettivo è ricreare un microambiente in vitro che mima con sempre maggiore precisione le caratteristiche chiave del sistema in vivo, per avere un banco di prova più efficace di quelli ad oggi in commercio per lo screening farmacologico. Ad oggi, infatti, la maggior parte dei test pre-clinici in vitro vengono effettuati su colture bidimensionali, che non rispecchiano le reali condizioni in vivo. Tali modelli, troppo semplificati, spesso portano a sovrastimare o sottostimare gli effetti di un farmaco, con conseguente fallimento in una fase avanzata dell’iter sperimentale. Inevitabilmente, tale ritardo, porta a tempistiche molto lunghe, un dispendio di soldi considerevole e un sacrificio animale inutile.

Il ricorso a modelli cerebrali in vitro consente di concentrarsi sulla creazione di regioni cerebrali interconnesse 2D e 3D su un chip, per evidenziare approcci innovativi alla replicazione della connettività e della funzionalità neurale in un ambiente di laboratorio.

Settori di applicazione e utenti

Il settore di potenziale applicazione della tecnologia sviluppata è il settore farmacologico/medico

Tra i possibili utenti troviamo:

  • Industrie farmacologiche per test su nuovi farmaci

  • Dipartimenti di medicina per terapie personalizzate

  • Strutture di ricerca che necessitano di un modello sperimentale su cui testare farmaci

  • Strutture di ricerca che necessitano di algoritmi per l’analisi di dati provenienti da registrazioni multielettrodo

 

Valorizzazioni

Referenze

Contatti

Responsabile scientifico

Prof. Paolo Massobrio

Informazioni

Servizio per il trasferimento tecnologico e delle conoscenze
Settore valorizzazione della ricerca, trasferimento tecnologico e rapporti con le imprese
trasferimentotecnologico@unige.it
tel. 010 2095922


Ultimo aggiornamento 06/02/2025