24/09/2025 Approvata nella seduta del CdA UniGe del 24/09/2025Il periodo attuale, purtroppo, si sta distinguendo per violente contrapposizioni, sanguinosi conflitti, spirali di odio e rabbia. Le cronache di questi ultimi anni sono dominate dalle tragiche notizie provenienti dal Medio Oriente e dall’Ucraina, ma si devono ricordare anche i tanti conflitti che si stanno combattendo nel silenzio assordante dell’inconsapevolezza.Gli echi più cupi in questi giorni provengono da quell’area del mondo che viene spesso citata come “Terra Santa” perché culla delle tre religioni monoteistiche: ebraismo, cristianesimo, islam.Come ricordava qualche giorno fa Lorenzo Caselli, professore emerito del nostro Ateneo, sono religioni che offrono all’umanità "una base comune di valori che ci possono guidare nella costruzione di un futuro di speranza". Nei testi di riferimento di tutte e tre troviamo il precetto ad amare il prossimo e a rispettarlo. Si tratta del fondamento del vivere civile: se applicato, l’equità e l’inclusività di cui tanto si parla verrebbero naturali. Ma l’uomo troppo spesso se ne dimentica e si assiste oggi a situazioni in cui inermi civili, famiglie, bambini vengono costretti alla fuga dalla loro terra natale per non soccombere sotto il fuoco della guerra.La nostra comunità accademica, profondamente colpita nella sua coscienza collettiva dai tragici accadimenti, prosegue le attività quotidiane come contributo concreto e cosciente al dialogo e alla propria missione educativa e civico-sociale e, rivitalizzando il senso di universalità insito nel termine universitas, intende affermare con forza il ruolo della cultura per creare ponti tra popoli, generazioni, religioni, lingue diverse. La diversità, infatti, è ricchezza e solo la cultura, il rispetto e la conoscenza possono aiutarci ad accoglierla e ad accettarla.Come donne e uomini che fanno della formazione dei giovani e della ricerca la loro missione, non possiamo che auspicare che venga recepito l’invito di papa Leone XIV a una “pace disarmata e disarmante”. Nel suo Discorso ai partecipanti al Giubileo delle Chiese orientali, il Pontefice ha definito la pace come la scelta di "abbandonare quelle armi che, se impugnate, tramutano l’esperienza ordinaria del conflitto, che scaturisce da una divergenza di visioni, interessi od opinioni, in una guerra, molte volte fratricida, in cui è sempre negata l’umanità altrui, in cui gli altri sono trasformati in nemici, sono considerati cattivi da odiare e non persone con cui parlare".Al centro della formazione dei giovani occorre consolidare il valore della solidarietà, declinata in armonia con i concetti di dialogo e di rispetto. La reazione a ogni attacco deve essere il dialogo, il confronto, cercato con perseveranza, con difficoltà anche, ma si deve evitare, sin dai piccoli grandi scontri quotidiani, la deflagrazione violenta.Stanti le ragioni sopra esposte, il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Genova:assiste con grande preoccupazione e sgomento al succedersi della crescente violenza che si sta consumando su molti fronti internazionali, in particolare in Medio Oriente e in Ucraina condanna le atrocità in corso e ogni forma di prevaricazione che impedisce un dialogo costruttivo afferma la propria profonda convinzione della necessità di una cessazione immediata delle ostilità esprime vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni colpite ingiustamente dalle guerre sostiene con forza il valore universale della cultura, da difendere strenuamente perché non cada anch’essa vittima della violenza ribadisce la libera espressione e la libera circolazione delle idee promuove il confronto entro termini civili e rispettosi tra tutte le parti