LIFEorchids, un progetto per difendere le orchidee spontanee

Un esemplare di Orchis patensNel mese di settembre è stato avviato LIFEorchids (LIFE17 NAT/IT/000596, pagina facebook e twitter), un progetto finanziato dalla Comunità Europea (2018-2023) che si pone l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione di piccole popolazioni a rischio di orchidee spontanee, in siti della rete Natura 2000 nell’Italia nord-occidentale.

L’Università di Torino è capofila e sono partner del progetto l’Università di Genova, il CREA-OF di Sanremo, Legambiente Lombardia Onlus, l’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino, l’Ente Parco di Portofino e la Czech Union for Nature Conservation.

La finalità principale del progetto è espandere l'area delle praterie secche semi-naturali ricche di orchidee, che sono attualmente tra le comunità vegetali più minacciate in Europa, a causa della loro intrinseca sensibilità ai cambiamenti nell'uso del suolo.

veduta di prato sotto uliveto nel Parco di PortofinoPer raggiungere lo scopo, verrà portata avanti la rimozione selettiva di alberi e arbusti e di specie esotiche invasive, la semina di specie autoctone caratteristiche e l'attuazione di accordi di custodia del territorio, con creazione di “micro-riserve di orchidee” (OMRs) in zone selezionate del Parco di Portofino, in Liguria, e delle Aree protette del Po, in Piemonte.

Oltre all’azione di conservazione “in situ” sarà portata avanti anche la reintroduzione di specie di orchidee native, che risultano in progressiva rarefazione se non addirittura scomparse dalle aree target del progetto. Tuttavia, questa azione richiede un approccio specifico, conforme alla particolare biologia riproduttiva di queste piante.
L’Università di Genova, in particolare, sarà coinvolta sia nel monitoraggio delle dimensioni e densità delle popolazioni di orchidee nelle aree selezionate, sia nelle azioni finalizzate alla loro reintroduzione.
Al fine di aumentare il successo riproduttivo delle orchidee, verrà perciò effettuata l’impollinazione manuale dei fiori e successivamente saranno raccolti i semi, per utilizzarli nella propagazione in vitro (“ex situ”). I semi saranno quindi fatti germinare con apposite procedure e le plantule ottenute verranno acclimatate presso le serre del CREA-OF di Sanremo per essere poi reintrodotte nel loro habitat naturale. Anche le popolazioni di orchidee reintrodotte e le loro dinamiche verranno quindi monitorate nel tempo, per assicurare il successo del progetto.

 

Laura Cornara
Dipartimento di Scienze della terra, dell'ambiente e della vita
 
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