Per un Portale del Nautical Heritage

di

Ricerca, azioni e proiezioni

di Maria Carola Morozzo della Rocca (GUP - Genova University Press, 2018)

Copertina In letteratura professionale sono relativamente rari gli interventi complessivi e “strategici”, e anche per questo il libro a cura di Maria Carola Morozzo della Rocca rappresenta un’eccezione di notevole impatto e utilità. Il libro riguarda ciò che viene definito “un patrimonio sommerso”, privo sinora di uno sguardo d’insieme capace di cogliere e quindi affrontare la molteplicità delle sue manifestazioni, attori, approcci. Si parla infatti di “barche storiche” o “di interesse patrimoniale”, un insieme fatto di sottoinsiemi con poche intersezioni: esistono gli yacht che chiamiamo “barche “d’epoca” o “classiche”, nate dalla matita di un progettista, ed esiste la “biodiversità”, nelle loro differenti tipologie, delle barche tradizionali nate dall’esperienza dei maestri d’ascia; a questo patrimonio si aggiungono poi tutte le altre molteplici categorie di beni materiali, mobili e immobili, sino ad arrivare a ciò che si definisce intangible heritage, che in questo campo è di speciale interesse e fascino.


Il libro circoscrive il suo perimetro al patrimonio galleggiante, e cioè alla barche naviganti, restituendo anzitutto la ricerca preliminare svolta sugli scenari e attori in gioco: le esperienze estere; il ruolo del Ministero per i Beni Culturali, riferimento italiano per la tutela e valorizzazione del patrimonio; quello delle associazioni che lo hanno sin qui riconosciuto e valorizzato con le loro attività e il tentativo di darsi autonomamente – nell’assenza di interventi normativi nazionali - dei criteri; e infine i musei, realtà che può contare su alcune esperienze significative e su una rete già costituita.
Sulla scorta di questa analisi complessiva e articolata, viene costruita la proposta operativa di dar vita ad un registro italiano del patrimonio navigante, analogo a quello già esistente delle auto storiche, come strumento concreto per avviare un’azione di ricognizione e quindi di riconoscimento collettivo su base nazionale.
Da non dimenticare inoltre il valore aggiunto del libro di avere creato letteralmente un tavolo di lavoro con tutti gli attori che a vario titolo e con varie motivazioni e finalità si occupano di questo settore.


Il risultato è quello di un volume ampio e articolato che va considerato come lo stato dell’arte della riflessione su questo tema, sintesi delle varie esperienze e tentativi realizzati in precedenza, e il cui impianto ben evidente nell’indice mostra quella solidità di impostazione critica e scientifica che è il contributo più importante che l’università può dare quando scende in campo.

Davide Gnola
Direttore del Museo della Marineria di Cesenatico e Vice Presidente dell’Associazione del Musei Marittimi del Mediterraneo
 
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