Diversamente uguali. Noi, gli altri, il mondo

Copertina libro diversamente ugualiIn un mondo in cui l’IO è divenuto debordante al punto da rifiutare tutto ciò che si discosta da quello che riteniamo un modello cui fare riferimento, vale a dire, il nostro IO, un volume come , Diversamente uguali. Noi, gli altri, il mondo, forse può darci indicazioni e aiutarci a ristabilire i giusti equilibri.

L’autore parla di egocentrismo infantile che dovrebbe lasciar posto, in età adulta, ad un consapevole ed equilibrato rapporto con gli altri e il mondo. In questo lungo e problematico cammino un primo passo può essere costituito dal passaggio dall’IO al Noi, per poi approdare agli Altri e al Mondo. Non è un caso se siamo forniti di neuroni specchio che consentono di entrare in sintonia con gli altri. I neuroni specchio sono infatti quelle preziose cellule cerebrali che permettono di compartecipare le azioni, le intenzioni e le realtà altrui. Questo nostro IO forse ha dimenticato che già a partire dal concepimento e per tutto il tempo della gestazione siamo sempre un NOI: il feto e la madre che crea, nutre la vita del piccolo che cresce dentro di lei, in una vera e propria simbiosi. E a nessuno è consentito, dopo la nascita, di obliare questo rapporto che farà sempre parte della nostra esperienza.

Vivere in dimensione sociale è, del resto, un presupposto evolutivo cui non ci possiamo sottrarre. Il nostro essere IO avrà quindi un senso solo nel rapporto con gli altri e per costruire questo rapporto occorre far parte del mondo e con mondo si intende insieme di oggetti, situazioni ed eventi che sono alla base di ciò che ci distingue dal mondo animale: il linguaggio, la scrittura, l’arte, la musica, e non ultimo il design. Tutto ciò non avrebbe motivo di esistere, non avrebbe un senso se l’IO rimanesse cristallizzato e chiuso in se stesso. E oggi più che mai occorre aprirsi al mondo, senza perdere la propria identità, ma comunque accettando anche i più diversi da noi.

Come ci ricorda l’autore: il design è occasione evolutiva in cui lavorare assieme, cooperare. E collaborare è il patrimonio culturale più universale di questo pianeta, e si pone oggi come unica alternativa per un futuro davvero probabile perché effettivamente possibile. Ecco perché questo volume è particolare utile nel panorama del design italiano, in quanto contribuisce a chiarire le basi scientifiche ed epistemologiche di un modo di progettare che sia utile a tutti i tipi di utenza, nella consapevolezza di essere parti dello stesso sistema interpretativo del mondo contemporaneo.

Benedetta Spadolini
già Preside della Facoltà di Architettura
Dipartimento di Scienze per l’Architettura
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