Scoperto interruttore che disattiva le cellule killer dei tumori

Scoperto interruttore che disattiva le cellule killer dei tumori

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Allergy and Clinical Immunology (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27372564), apre le porte a nuove possibilità di cura.

Schema delle Naturale KillerLe Natural Killer sono cellule del sistema immunitario che svolgono un ruolo importante nel riconoscimento e nella distruzione di cellule tumorali. Uno studio condotto dal Dipartimento di Medicina Sperimentale (DI.ME.S.) e dal Centro di Eccellenza dell’Università di Genova, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, ha dimostrato che in pazienti con tumore queste cellule esprimono sulla loro superficie un recettore inibitorio (un vero e proprio interruttore cellullare) chiamato PD-1. Quando le cellule NK attaccano quelle tumorali per ucciderle, sono frenate perché il recettore PD-1 interagisce con molecole presenti sulla superficie esterna delle cellule tumorali (PD-L1) “spegnendo” le cellule NK. Come conseguenza, un importante meccanismo di difesa anti-tumorale è disattivato.

Il recettore PD-1 era stato scoperto in precedenza sui linfociti T, altri “soldati” molto importanti delle difese immunitarie anti-tumorali. Tuttavia, in molti casi, i tumori, soprattutto quelli più aggressivi, riescono a eludere l’attacco da parte dei linfociti T, ma sono ancora aggredibili dalle cellule NK. Se anche le cellule NK sono bloccate per effetto del PD-1, le difese anti-tumorali vengono praticamente annullate e il tumore può progredire in maniera incontrollata.

«È però possibile prevenire questo sistema di blocco, grazie all’uso di un anticorpo monoclonale specifico per il recettore PD-1-dice la Dottoressa Emanuela Marcenaro, Ricercatore presso il DI.ME.S. dell’Università di Genova-L’anticorpo, legandosi al PD-1, lo “maschera”, impedendogli di interagire con PD-L1 e di generare segnali che inattivano le cellule NK».

«Lo studio, possibile grazie al continuo supporto dell’AIRC, è stato compiuto in pazienti con carcinoma dell’ovaio, tumore frequente e molto aggressivo, ma ha una valenza più generale perché rivela come tumori controllabili prevalentemente dalle cellule NK siano possibili candidati per la terapia con anticorpi anti-PD-1»-aggiunge il Professor Alessandro Moretta, Direttore dei laboratori di Istologia (DI.ME.S.) dell’Università di Genova.

«Il trattamento è potenzialmente valido anche per i tumori pediatrici-spiega il Professor Lorenzo Moretta, Direttore del Dipartimento dei Laboratori e Responsabile dell’area di ricerca di immunologia del Bambino Gesù-Tuttavia sono necessari ulteriori studi in laboratorio per chiarire quali tumori possano trarre beneficio da questa terapia. Possiamo comunque affermare che i risultati ottenuti con anticorpi anti-PD-1 sono straordinari e hanno rivoluzionato la prognosi di tumori particolarmente aggressivi. Pertanto, la comprensione del meccanismo d’azione del PD-1 e l’identificazione delle cellule delle nostre difese immunitarie coinvolte in questo meccanismo (ad es. le cellule NK del nostro studio) permetteranno progressi decisivi nella lotta contro alcuni tumori».

La redazione
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