Solidarietà in musica per i bambini di Gaza

Solidarietà in musica per i bambini di Gaza

Cartina di GazaLa Striscia di Gaza, territorio palestinese stretto tra Israele ed Egitto e separato dal resto della Palestina, da quasi 10 anni è isolata dal resto del mondo e periodicamente sottoposta ad attacchi militari. È una delle aree più densamente popolate al mondo (in un territorio grande una volta e mezza il comune di Genova vivono circa 2 milioni di abitanti), con enormi problemi di sopravvivenza quotidiana dovuti al blocco da parte di Israele e recentemente da parte dell'Egitto. Inoltre porto ed aeroporto sono stati distrutti da bombardamenti israeliani, e ne è sempre stata impedita la ricostruzione. Gli scambi di persone e di merci sono impediti e le risorse interne sono insufficienti alle necessità della popolazione, che sopravvive in buona parte grazie ad aiuti internazionali che spesso hanno essi stessi difficoltà a superare i varchi di frontiera. Nonostante questa situazione a Gaza continuano a nascere moltissimi bambini, ma l'assistenza sanitaria che può essere data ai neonati e alle loro mamme è insufficiente. La situazione è aggravata dai periodici attacchi militari che, oltre ad aver creato migliaia di vittime e di portatori di handicap ed aver distrutto varie strutture ospedaliere, hanno lasciato nel terreno sostanze estremamente tossiche che determinano un incremento dei casi di malformazioni alla nascita.


Diversi periodi di lavoro a Gaza di Paola Manduca, genetista dell'Università di Genova attualmente in pensione, le hanno permesso di rendersi conto di questa drammatica situazione e di stringere contatti con il personale sanitario della Striscia, ed in particolare con quello dei reparti pediatrici. Quest'esperienza ha convinto un piccolo gruppo di colleghi dell'Università di Genova, Marina Rui (DCCI), Mario Rocca (DIFI), Luca Guzzetti (DISFOR) e Andrea Balduzzi (DISTAV), assieme a Franco Camandona, medico ginecologo dell'Ospedale Galliera, ad iniziare una raccolta di fondi destinata a contribuire a superare le principali emergenze indicate direttamente dal personale dei reparti pediatrici di Gaza. Per la raccolta di fondi il gruppo fin dall’inizio si è appoggiato all’Organizzazione Umanitaria Maniverso... Onlus di Venezia, che ha permesso di ricevere e amministrare le donazioni in modo legale e trasparente.


Quest'iniziativa ha finora permesso di dotare le maternità del maggior ospedale di Gaza (Al Shifa) e del pediatrico Nasser di una culla termica, tre ecografi e altra minore strumentazione destinata alla cura e alla diagnosi precoce di difetti alla nascita. Anche l'esigenza di un adeguato aggiornamento del personale medico e sanitario, impossibilitato dalla situazione in cui vive a mantenere regolari contatti con i colleghi del resto del mondo, è molto forte. Si è quindi avviata l'organizzazione di periodi di training specialistico all'estero, presso ospedali pediatrici particolarmente competenti in determinate patologie con forte impatto nella Striscia. I fondi raccolti a questo scopo hanno sostenuto training di tre mesi presso l'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma per un giovane pediatra neonatologo e per un cardiologo pediatrico, che hanno potuto mettere poi in pratica le capacità acquisite al rientro nei loro ospedali di Gaza. Un terzo training, in nefrologia e dialisi pediatrica presso l'Ospedale Pediatrico Santobono Pausillipon di Napoli per un medico ed un infermiere dell'ospedale Nasser, era stato già deciso ma impedito dalla chiusura della frontiera. Poi gli attacchi di luglio e agosto 2014, che hanno provocato migliaia di morti e la distruzione generalizzata di case, scuole, strutture tecniche e ospedali, sono stati seguiti da un blocco totale del valico con l'Egitto, mentre quello con Israele non era praticabile. La guerra, nonostante le accresciute necessità di ricostruzione e di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria, ha bloccato fino ad ora anche questo progetto di cooperazione. I fondi accantonati per il training sono stati utilizzati in buona parte per l'invio, attraverso organizzazioni umanitarie che riuscivano ad operare nella Striscia, di medicinali e presidi medici di prima necessità e, successivamente, per contribuire a proseguire un progetto di registro delle malformazioni neonatali, essenziale per poter valutare, su base epidemiologica, gli effetti a lunga distanza sulla popolazione, ed in particolare sui nuovi nati, di tutti i fattori fisici, chimici, biologici e psicologici che agiscono su un popolo che vive confinato in un piccolo territorio, sottoposto a periodici bombardamenti, a continui stress e a condizioni di vita drammaticamente precarie.


Per presentare queste iniziative ed invitare a sostenere il Progetto per i neonati di Gaza il gruppo ha ricevuto la solidarietà e l’appoggio di vari gruppi musicali genovesi e liguri: domenica 17 gennaio a Camogli, in un evento organizzato dalla locale Associazione culturale “L’Ochin”, è intervenuto il Coro Canto Libero, diretto da Gianni Martini e presso la Sala dei Chierici della Biblioteca Berio giovedì 28 gennaio alle ore 17 si è esibito il gruppo musicale African Gang Stars, costituito da giovani migranti africani con il chitarrista Pino Puglisi, e l’ormai “storico” coro Daneo, diretto da Gianni Martini; infine, venerdì 12 febbraio, sempre alle 17 presso la Biblioteca Berio, sarà invece la volta dell’Officina Musicale People Around, diretta da Massimo Corso, e del Coro dell’Università di Genova, Januenses Academici Cantores, diretto da Luca Franco Ferrari.

Andrea Balduzzi
Paola Manduca
Dipartimento di Scienze della terra, dell'ambiente e della vita
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