Disabilità e inclusione lavorativa all’Università di Genova

Disabilità e inclusione lavorativa all’Università di Genova

Isabel Fanlo CortesLo scorso 3 dicembre, in occasione della ricorrenza della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, nell’aula Meridiana del Palazzo Universitario si è tenuto un incontro formativo, rivolto in particolare al personale del nostro Ateneo ma aperto al pubblico, su Disabilità e inclusione lavorativa.


L’incontro, promosso dal Comitato per le Pari Opportunità in collaborazione con l’Area Personale dell’Università di Genova, ha visto un’ampia partecipazione di pubblico, a riprova della crescente sensibilità per un tema su cui, peraltro, l’Ateneo ha assunto un preciso impegno tramite l’adozione del Piano triennale delle azioni positive1. L’azione n. 3 di tale piano, infatti, prevede una serie d’interventi che dovranno essere realizzati con l’obiettivo generale di “migliorare l’accessibilità, fisica e tecnologica, degli (e negli) ambienti di lavoro in modo da renderli fruibili da parte di tutto il personale dell’Ateneo, comprese le lavoratrici e i lavoratori che presentano disabilità, temporanee o permanenti, di tipo sensoriale, motorio o psichico”.


Come ho ricordato in apertura all’incontro, nella definizione di questa macro-azione si era rivelato prezioso, ai tempi, il contributo offerto al CPO da Silvia Bruzzone, avvocata e studiosa genovese con lunga esperienza professionale nel campo delle disabilità. Non a caso, l’incontro dello scorso 3 dicembre ha preso avvio dalla presentazione di un suo recente volume dal titolo Salute, disabilità, lavoro. Quali diritti? Come chiederne il rispetto? (edito da Blue Monkey Studio, 2015): una guida pratica, corredata di esempi e suggerimenti, rivolta anche al pubblico meno esperto e finalizzata a facilitare la conoscenza degli strumenti normativi che nel nostro paese tutelano le persone con disabilità nei vari ambiti lavorativi. Si tratta di un contributo importante, visto che, come messo in evidenza anche da Carlo Lepri, nome noto nel campo della psicologia del lavoro non solo a livello locale, spesso il mancato godimento di certi diritti può derivare anche dalla scarsa accessibilità di strumenti che, per essere fruiti, richiedono l’attivazione consapevole da parte del soggetto beneficiario.


Oltre a Carlo Lepri, sono stati invitati a partecipare alla discussione due dirigenti del nostro Ateneo, responsabili di aree particolarmente coinvolte nel tema trattato: Claudia De Nadai, dirigente dell’Area Personale e Massimo Di Spigno, dirigente dell’Area Conservazione Edilizia. Dai loro interventi sono emerse luci e ombre dell’inclusione lavorativa all’Università di Genova, ma anche alcune proposte che vanno nella direzione dell’attuazione del Piano delle azioni positive di cui si accennava all’inizio. Non ultime, la proposta, che dovrebbe concretizzarsi nel giro di breve tempo, di prevedere tra le competenze del nuovo Settore Welfare la gestione dei servizi a favore del personale con disabilità o la proposta di attivare corsi di formazione, rivolti anzitutto a dirigenti e direttori di strutture o, ancora, quella di individuare un/una referente per ogni edificio dell’Ateneo, con il compito di segnalare agli uffici competenti piccoli interventi in grado di migliorare l’accessibilità fisica dei luoghi di lavoro.


Infine, hanno preso parte all’incontro, dando testimonianza anche dei loro proficui rapporti professionali con l’Università di Genova, Lidia Prato, dal 2006 responsabile dell’Ufficio Inclusione e collocamento disabili dell’allora Provincia e ora Città Metropolitana di Genova, nonché Mariacarla Sbolci e Corrado Roncallo, entrambi consulenti del nostro Ateneo in qualità di esperti di Disability Managment.


In linea di continuità con lo spirito che aveva caratterizzato il convegno Disabilità e diritti, promosso dal CPO nel 2014, anche quest’iniziativa ha voluto fornire uno spazio di sensibilizzazione e confronto tra saperi professionali ed esperienze istituzionali, dando visibilità a un tema, come quello della disabilità, troppe volte destinato a rimanere nell’ombra. Certo, da noi come altrove, gli ostacoli materiali e simbolici (ma non per questo meno reali) che si frappongono all’inclusione lavorativa e sociale delle persone con disabilità sono ancora numerosi e difficili da rimuovere, ma creare occasioni di incontro e di discussione può contribuire ad accendere piccole luci su un cammino notoriamente impervio.

La locandina e alcuni materiali di approfondimento relativi all’incontro sono scaricabili dal sito del CPO alla pagina http://www.cpo.unige.it/incontro_disabilita_inclusione

1Il testo integrale del Piano triennale di azioni positive 2013-2016 è scaricabile alla pagina http://www.cpo.unige.it/sites/cpo.unige.it/files/pagine/Piano%20delle%20Azioni%20Positive_%202013-2016.pdf

Isabel Fanlo Cortés
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