Il drone alla scoperta dei cetacei

Il drone alla scoperta dei cetacei

DroneLa Fondazione CIMA, ente fondato dal Dipartimento della Protezione Civile – Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Università degli Studi di Genova, Regione Liguria e Provincia di Savona, da più di 10 anni si occupa di monitoraggio ambientale. Tra le varie attività svolte da questo ente di ricerca, presente nel Campus universitario di Savona, vi sono azioni mirate al monitoraggio della biodiversità marina e dei grandi animali pelagici, quali i cetacei. Durante l'estate appena trascorsa, i ricercatori di Fondazione CIMA sono riusciti ad ottenere immagini aeree di diversi esemplari di zifio (Ziphius cavirostris) nel Mar Ligure. Si tratta in assoluto delle prime riprese al mondo di questa specie, molto difficile da osservare, ottenute attraverso l'utilizzo di un drone.


Si è trattato di voli sperimentali finalizzati a capire le potenzialità che i droni possono avere per lo studio di questi misteriosi animali. In particolare, le immagini catturate dal drone, relative al lato del corpo rivolto verso il fondale marino, serviranno a risalire alla lunghezza di queste balene (con un errore di pochi centimetri) e quindi alle dimensioni e al peso di ogni singolo animale avvistato, informazioni che sono di fondamentale importanza per conoscere struttura e dinamica di popolazione.


Questo risultato è stato possibile grazie al lavoro di squadra di diversi attori presenti nel Campus universitario di Savona: Fondazione CIMA, appunto, con il suo team di ricercatori/piloti specializzati nello studio dei mammiferi marini, ACROTEC, che ha messo a disposizione il know-how tecnologico ed il DIBRIS dell'Università di Genova che ha formato gli operatori aerei durante il corso tenutosi lo scorso maggio proprio presso il campus savonese.


DroneGli zifi sono cetacei che possono superare i 6 metri di lunghezza e i 3500 Kg di peso. Questi animali sono in grado di compiere immersioni della durate di 2 ore e raggiungere i 3000 metri di profondità, al fine di cacciare le loro prede preferite: i calamari mesopelagici. L'esemplare di zifio visibile nella fotografia è un giovane maschio - soprannominato "Priamo" - di cui Fondazione CIMA ha informazioni fin dalla nascita, avvenuta intorno al 2005. Nella foto è possibile vedere, lungo il corpo di questo animale, delle cicatrici lineari, che assomigliano a dei graffi bianchi, provocate dai maschi adulti. Infatti, in questa specie i maschi adulti presentano due zanne all'apice della mandibola, che usano come armi per i combattimenti tra maschi, probabilmente per l'accesso alle femmine. "Priamo" è uno zifio adolescente, le sue zanne non sono ancora spuntate dalle gengive e quindi per il momento subisce la "prepotenza" dei maschi più anziani.


Alla luce di questi risultati incoraggianti, Fondazione CIMA continuerà ad investire in questo filone al fine di applicare questa tecnologia anche ad altre tematiche inerenti al monitoraggio ambientale, quali le attività di protezione civile e le applicazioni per lo studio forestale e il rischio incendi boschivi.

Luca Ferraris
Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi
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