Il Natale e lo spread

Il Natale e lo spread

Il Natale e lo spreadSiamo arrivati nel tempo del Natale. Ma questo Natale ha un sapore diverso da altri. È il primo Natale di una crisi dura, che comincia a fare temere per il futuro.

Questa crisi, che colpisce ognuno di noi, mette anche in discussione il nostro modello di società dei consumi.

In una società come la nostra la possibilità di consumare conferisce dignità, identità, fa sentire a posto. Ha valore quello che si può vendere e comprare e quello che non ha prezzo vale niente o molto poco. Così chi non può comprare è una persona senza valore per la società, spesso ai margini di essa.

Eppure non sono pochi quelli che oggi si trovano in questa situazione. I poveri infatti aumentano perché il peso della crisi si fa sentire soprattutto sulle spalle dei più deboli. Si intrecciano così le storie di stranieri, di anziani, di chi vive un disagio psichico, di chi si trova in cassa integrazione o peggio, di chi non ha neppure quella. La povertà cresce con la crisi, tanto che ormai è difficile persino distinguere tra nuovi poveri e vecchi poveri.

Dal 2008 al 2010 il "Centro Genti di Pace" della Comunità di Sant'Egidio, che distribuisce in Via Vallechiara un pranzo "al sacco" tutti i giorni, ha visto crescere da 12.520 a 40.690 i pasti distribuiti in un anno.

Davanti a questo cosa fare?

Negli anni '70 e '80 i poveri erano al centro di grandi campagne di lotta contro la lebbra, la fame in Africa e contro le sacche di povertà nelle nostra città. Dove è finita oggi quella generosa generazione che combatteva anche per i più deboli?
Vi è una crisi della solidarietà e si dice: "Ognuno di noi deve pensare a sé, la vita è già così difficile!".

Ma siamo sicuri che sia questa la strada a fronte di una crisi che si teme di lunga durata?

In fondo possiamo dire che la società dei consumi ci ha permesso di avere molti oggetti, ma ci ha allontanato dalle persone. Oggi viviamo tutti più soli e forse più insoddisfatti, pure se circondati da mezzi di comunicazione: internet, facebook, i-phone, ecc.

La crisi ci toglierà tanto, ma ci riconsegna un'opportunità: quella della solidarietà. È un termine non più di moda, tanto che lo abbiamo quasi dimenticato. Eppure, anche nel tempo della crisi, non siamo solo minuscoli puntini terrorizzati dall'andamento delle borse. Siamo uomini e donne, con un cuore, una testa e delle braccia e che tanto possono cambiare attorno a loro.

A Genova ce ne siamo già accorti. Lo abbiamo visto nelle immagini di giovani e meno giovani impegnati ad aiutare chi era stato travolto dai danni dell'alluvione.

"Il mondo cambia nella misura in cui ognuno di noi cambia" diceva Don Benzi della Comunità Papa Giovanni XXIII. Compiere gesti gratuiti è possibile a tutti, anche a chi non lo ha mai fatto e questo è il tempo giusto per iniziare. Tante infatti sono le iniziative benefiche a Natale, non le cito per non rischiare di dimenticarne qualcuna.
Si può aiutare in molti modi: donando un oggetto, offrendo un contributo economico o il proprio tempo libero o semplicemente fermandosi a parlare con un povero, magari proprio quello seduto a mendicare all'angolo della strada, che incrociamo tutti i giorni.

Non lasciamo che siano solo le borse e lo spread a cambiare il nostro mondo: cambiamolo prima noi!

Auguri a tutti !!!

Ilaria Portento
Servizio comunicazione
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