Qui Viazzi... a voi studio

Qui Viazzi... a voi studio

a cura di Maria Paola Comolli


La vita di Cesare Viazzi, un protagonista nel campo dell'informazione, merita di essere conosciuta soprattutto da chi vuole comprendere meglio che cosa significhi fare giornalismo in modo serio e rigoroso; nello stesso tempo, leggendo il libro "Qui Viazzi... a voi studio", si scorgono la passione e il fascino di questa professione, che risulta avvincente e tiranna, entusiasmante, avventurosa e delicata. Nato a Genova il 2 marzo 1929, Cesare Viazzi venne assunto dalla RAI a Genova nel 1962. Fu chiamato a Roma per avviare la terza rete tv e fu caporedattore del TG3 nazionale dal 1979, poi a Cosenza nel 1985, ancora a Roma e infine nella sua Genova dal 1987. Poco dopo diventò direttore della sede regionale RAI della Liguria e Vicedirettore nazionale dei servizi giornalistici RAI. Ha insegnato Teoria e tecniche della comunicazione di massa all'Università di Genova ed è stato componente del Corecom Liguria. A due anni dalla scomparsa, la sua vita è stata ripercorsa dalla moglie Maria Paola Comolli, insegnante, scrittrice e attrice, con l'aiuto dei figli Alberto, Remo, Carla e con i contributi della cugina Anita Ginella, che ha rievocato gli anni dell'insegnamento universitario, e dell'amico Piero Campodonico, che ha ricostruito l'attività di regista del teatro dialettale in un periodo di grande rinnovamento come furono gli anni ’70.


Cinquant'anni di giornalismo sono stati rivissuti anche grazie alle testimonianze e ai racconti di tanti amici e colleghi: tra gli altri, Sandro Baldoni, Claudio Bertieri, Giorgio Bubba, Sergio De Luca, Emanuele Dotto, Giuliano Montaldo, Mario Rigoni, Tullio Solenghi, Mario Sossi, Gianni Vasino, Pier Antonio Zannoni.
Con uno stile narrativo brillante e ironico il volume ricorda le fasi salienti della carriera di Viazzi, riportando gli aspetti che tuttora rivestono interesse per il pubblico. Il suo modo serio di fare radio, televisione e comunicazione, infatti, ha fatto scuola. In tutta Italia erano riconoscibili il suo microfono e il prezioso registratore Nagra, gli strumenti di un lavoro, fatto con amore, passione e grande professionalità. Per quasi mezzo secolo Viazzi ha impersonato il giornalismo televisivo in Liguria e non solo, di cui è stato - scriveva Massimo Zamorani - il capofila dei fondatori. Si occupò, ad esempio, dell'alluvione di Firenze, dell'invasione sovietica di Praga, degli anni di piombo a Genova, delle Olimpiadi di Mosca, dei Festival della canzone di Sanremo e del cinema di Cannes.


Dopo gli anni di servizio nella sede RAI di Genova, nel 1979 Viazzi entrò a far parte di quel ristretto numero di giornalisti che si occupò di avviare la terza rete tv, "nata per legge, sabotata per interesse e realizzata per scommessa", e che sotto la guida di Biagio Agnes puntò su un modo diverso di fare informazione, meno di bandiera e più vicino alla gente. Dapprima, nel 1979, venne fatta la sperimentazione in tutte le sedi RAI d'Italia, per insegnare ai giornalisti a produrre un telegiornale regionale; poi, a fine anno, esattamente il 15 dicembre 1979, incominciarono le trasmissioni della terza rete tv. Viazzi fu titolare delle rubriche giornalistiche di prima serata (TG3 Settimanale dal 1979, TG3 Set dal 1982 e Tre Sette dal 1983), in cui lanciò l'idea di introdurre i temi di attualità con una loro ricostruzione quasi cinematografica, per la quale chiamò a collaborare importanti registi.


Tornato a Genova nel 1987, si spese senza risparmio di energie per riorganizzare al meglio la sede RAI. Scrive Pier Antonio Zannoni, giornalista che faceva parte di quella redazione: "era esigente: sul contenuto e sullo stile del testo, che non dovevano essere banali, sulla scelta delle immagini, che dovevano essere appropriate, sulla cura del montaggio, che il redattore, salvo casi di urgenza, doveva seguire personalmente, collaborando con il tecnico montatore. Era un perfezionista. Lo apprezzavo anche per questo... La 'cura Viazzi' si fece ben presto sentire. Il TG della Liguria prendeva quota. Le conferme arrivavano da Roma, dai sondaggi, dalle prime rilevazioni dell'Auditel".
Il ritorno di Viazzi avvenne soprattutto per il suo grande amore per Genova, che lo portò a rinunciare ad un prevedibile avanzamento di carriera a Roma.


Sotto alcuni profili, Cesare Viazzi è stato anche un punto di riferimento culturale per la città; in particolare, è sempre stato amante del teatro, tanto che da giovane assunse per anni il timone del Centro del Teatro per l'Università; quando si trovò a ricoprire incarichi di responsabilità in RAI, si prodigò per promuovere l’inserimento di opere teatrali nella programmazione radiofonica; inoltre, al di fuori del lavoro strettamente giornalistico, negli anni 1975-1980 si dedicò al teatro dialettale, facendo la regia di cinque commedie in genovese, proposte nel tentativo di rinnovarne il repertorio". Così, nel libro emerge il contributo di qualità e di originalità dato da Genova al teatro, tanto in lingua quanto in dialetto.

Alberto Viazzi
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