La scripofilia in mostra alla Fiera di Genova

La scripofilia in mostra alla Fiera di Genova

SA Industrie Grafiche ed Affini Fratelli ArmaninoSabato 25 e domenica 26 ottobre u.s., la Fiera di Genova ha ospitato la mostra di rarità numismatiche e filateliche, dedicando anche uno spazio alla scripofilia. «Scripofilia! Che cos’è mai questa illustre sconosciuta?». Giriamo la domanda a uno dei massimi esperti del settore: Alex Witula, di stirpe germanica, ma italiano di adozione. Ecco la sua risposta: «Scripofilia è il collezionismo di certificati di credito azionario, obbligazionario, assicurativo, cooperativo e simili». Witula ha dato alle stampe nel novembre 2011, per i tipi di Portafoglio Storico (Bologna), un catalogo di 318 pagine, che contiene le “Carte Valori d’Epoca” della Liguria.

Le lettere di credito sono una consuetudine antichissima: in Mesopotamia, esse erano già in uso nel 2000 a.C. (il “Libro di Tobia” nella Bibbia sta a dimostrarlo). Dal Medioevo in poi, i mercanti genovesi in ogni angolo del Mediterraneo facevano affari scambiandosi titoli di credito, che sostituivano in tutti i sensi il denaro contante. «Osservi questa pergamena scritta in latino» – mi dice Witula – «essa documenta una transazione del 1685, in cui il nobile Francesco De Mari (figlio di Stefano De Mari, che fu Doge di Genova) cedeva a Gio Batta Grimaldi (della stirpe dei Principi di Monaco) il proprio credito presso il Monte di Sanità di Ferrara, espresso in “Loci”, con una rendita del 4 % annuo».

A partire dal XIX secolo, i certificati azionari assunsero una veste grafica molto ricercata, somigliando a veri e propri diplomi di laurea. L’avvento dello stile Liberty li rese simili a piccole opere d’arte. Forse il più interessante, dal punto di vista estetico, è il titolo di un’azione emessa nel 1905 dalla Società Industrie Grafiche Armanino (che stampava, fra l’altro, anche carte da gioco). Il design è opera di quell’Achille Beltrame che per oltre 40 anni illustrò la copertina della “Domenica del Corriere”.

Sommergibile Fiat San GiorgioNon di rado, le cooperative emettevano titoli con immagini simboliche, evocanti la riscossa del lavoro. Anche il neoclassicismo novecentesco modificò la grafica dei certificati azionari. Un titolo da 10 azioni della Banca Genovese di Credito (1924) è stampato in policromia. Vi si vede il dio del commercio Hermes (Mercurio) che stringe la mano di Genova incoronata: sullo sfondo, la Lanterna e velieri in navigazione. Di stampo neoclassico è anche il titolo da 5 azioni della Società di Navigazione L’Argonauta (1926), che raffigura la mitica nave Argo (quella di Giasone ed Orfeo) e vari tipi di imbarcazione.

«Alcune di queste carte valori hanno un certo interesse per lo sportivo» commenta Witula, mostrandomi un titolo da 5 obbligazioni risalenti al 1922 dello Spezia Football Club (oggi Spezia Calcio, militante in serie B) e un’azione (datata 1923) dell’Entella Football Club di Chiavari, fondato nel 1914, anch’esso oggi militante in serie B.

Non mancano, nel catalogo di Witula, esempi di carte valori di soggetto bellico: un certificato azionario della Fiat San Giorgio (1917) mostra un sommergibile «tacito ed invisibile» in navigazione; un titolo azionario della Odero Terni Orlando datato 1940 (con scadenza 1949) mostra tre cannoni sul ponte di una corazzata battente la bandiera con lo stemma sabaudo. E mi ritornano in mente le parole di mio padre: «I piccoli risparmiatori che nel 1940 investirono in titoli di guerra, dieci anni dopo, col loro capitale, a malapena potevano comprarci un pacchetto di sigarette scadenti».

Leonardo Paganelli
Dipartimento di Italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo

Nave da guerra Odero Terni Orlando

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