Conciliare sport e studio è possibile

Conciliare sport e studio è possibile

Denise MarconUn giornalista ed amico, nel dedicarmi un articolo su un quotidiano locale, scelse il seguente titolo: “La Legge di Denise: un salto che vale triplo”.


A 22 anni, effettivamente, la mia vita è caratterizzata da due grandi passioni: la Legge ed il salto triplo. Avevo nove anni quando scoprii l’Atletica Leggera. Un vero e proprio colpo di fulmine: inizialmente un semplice gioco e poi l'occasione per costruire un percorso sportivo di buon livello. A 19 anni, invece, sono entrata in contatto con la Legge grazie all'iscrizione alla Facoltà di Giurisprudenza.


Sport e studio non sono certamente il Diavolo e l'Acquasanta come qualcuno, a volte, intende far credere. Molte volte sento ragazzi dire: “Non posso continuare questo sport, devo studiare!”. Niente di più sbagliato.
Non è davvero possibile praticare sport ad alto livello e riuscire, contemporaneamente, a studiare? Non si possono raggiungere dei risultati sia all’Università che nello sport?
Conciliare, al meglio, entrambe le attività è possibile e vorrei portare il mio esempio per gli scettici. Frequento il quarto anno di Giurisprudenza con ottimi risultati e, nello sport, riesco ugualmente ad essere costantemente tra le prime 15 atlete assolute in Italia.


Ai miei compagni d'Università dico che la ricetta è basata su buona volontà e, soprattutto, organizzazione. Personalmente sono riuscita a trovare il mio equilibrio dedicando almeno otto ore della giornata allo studio e due agli allenamenti. Certo, non mancano i sacrifici ed è fondamentale la determinazione che mi accompagna a vivere nel migliore dei modi le mie passioni.


L’Università italiana, è vero, spesso non ti agevola o spinge a praticare uno sport. Non esiste alcun sostegno sul piano delle frequenze oppure economico. Il problema non riguarda Giurisprudenza ma quei corsi di studio che richiedono un’assidua frequenza e che non fanno sconti a nessuno, nemmeno a chi fa parte della squadra universitaria di qualche sport. Dovremmo trarre spunto, a mio avviso, dall’Università americana, un'Università a misura di sportivo.


Tornando all'Atletica Leggera, c'è una grande tradizione di Dottori-Atleti, personaggi capaci di segnare la storia. Grandi sportivi, non solo di livello nazionale ma anche internazionale, riescono a portare avanti due impegni così grandi. Operano alla ricerca di un equilibrio che, se venisse a mancare, recherebbe danno ad entrambe.
Una regola è alla base di tutto. Difficilmente su una pista di atletica si può migliorare avendo solamente grandi doti fisiche ma limitate doti mentali. È la principale differenza rispetto ad altri sport dove sono i soldi e non la passione a farti correre.


Vorrei concludere citando un grande poeta romano, Giovenale, che ha colto nel segno ciò che io in queste righe ho provato a trasmettervi: "Mens sana in corpore sano".

Denise Marcon
Studentessa iscritta al corso di laurea in Giurisprudenza
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